Perché non si sa ancora se Alessia Pifferi ha dato i tranquillanti a Diana: a che punto sono i test sul biberon – Fanpage.it

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Dovevano essere stamattina lunedì primo agosto gli esami sul biberon della piccola Diana, la bimba di 18 mesi morta di stenti perché abbandonata dalla madre a casa da sola per sei giorni. Resta ancora un punto da risolvere: se nel latte della piccola c’erano presenti alcuni tranquillanti che la madre le avrebbe potuto dare per sederla in modo che non potesse urlare e chiedere aiuto. È la stessa Alessia Pifferi che alla sua avvocata Solange Marchignoli (già intervistata da Fanpage.it) però ha giurato di non aver somministrato nessuna gocce della boccette di En trovata sul microonde. Al pubblico ministero prima e alla sua avvocata dopo – che difende l’arrestata insieme al collega Luca D’Auria – la donna ha precisato che la boccetta apparteneva a un suo precedente compagno.
Ora gli esami sul biberon sono stati posticipati. Ma perché dopo così tanti giorni dal ritrovamento della piccola Diana non si è ancora risolto l’unico punto veramente oscuro e che cambierebbe tutto dal punto di vista giuridico? A Fanpage.it ha spiegato quello che sta succedendo l’avvocata Marchignoli.
Perché questi ritardi avvocata?
Il pubblico ministero aveva fatto un’iniziale richiesta di analisi chimico forense su alcuni beni materiali rinvenuti all’interno della casa. Era esami di carattere generale. Abbiamo avanzato la richiesta di incidente probatorio che ci pone così il diritto al contraddittorio.
Questo permetterebbe di ricavare prove necessarie anche per il processo. Cosa chiedete voi avvocati?
Noi desideriamo avere un quesito più completo. La nomina più formale di un perito da parte di un Tribunale ci permette di nominare a nostra volta i nostri consulenti e procedere con l’incidente probatorio in opposizioni con le parti.
A livello giuridico, cosa cambia se venissero trovati i tranquillanti all’interno del biberon? 
Questo cambia tutto: la mia assistita me lo ha escluso categoricamente però ovviamente non ho la certezza finché non ho l’esito delle analisi. Cambierebbe perché se la mamma avesse dato i tranquillanti alla bambina avremmo la prova che Alessia Pifferi aveva un disegno criminoso in mente. Questo, inoltre, spiegherebbe il motivo per cui la bimba non ha mai pianto e chiesto aiuto. Un conto è l’omicidio doloso, un conto l’omicidio colposo e quello preterintenzionale. L’elemento soggettivo cambia radicalmente lo scenario. E per noi è fondamentale avere le certezza che non ha mai messo tranquillanti nel biberon.

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