Pompei, la protesta dei lavoratori degli Scavi: nel mirino il nuovo contratto del servizio pulizie – Made in Pompei

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POMPEI. Ventinove lavoratori degli Scavi sono in stato di agitazione. È nuovo scontro tra la direzione del Parco archeologico e i sindacati. Convulsa e battagliera la giornata vissuta ieri fuori all’ingresso degli scavi di Pompei, a Porta Marina, dove 29 dipendenti – tra addetti alle pulizie e ai servizi accessori per turisti, compresa la distribuzione delle audioguide – con bandiere e striscioni hanno aderito in massa allo sciopero indetto da Usb (Unione sindacale di base) nazionale.
Le vertenze da discutere sono parecchie, addirittura quattro. Sindacalisti e lavoratori, ieri, hanno fatto richieste precise: «La nuova gara d’appalto per il servizio pulizie (indetta il 3 febbraio scorso, nda) non garantisce i precedenti livelli retributivi» ha spiegato Domenico Blasi, Usb nazionale.
La nuova gara da circa tre milioni di euro, indetta dal Parco archeologico, secondo i sindacati «non contiene delle clausole fondamentali come quella sociale». Si tratta di una semplice postilla ma dal significato vitale per il futuro di oltre 20 famiglie di Pompei e dintorni.
L’aggiudicatario del nuovo appalto – fino a oggi il servizio continua a essere gestito, in regime di proroga e a partire dallo scorso 19 gennaio 2022, dalla ditta napoletana Emme Service – è tenuto ad assorbire prioritariamente nel proprio organico il personale «già operante alle dipendenze dell’aggiudicatario uscente».
«Questa clausola, nel nuovo schema di contratto, non è stata inserita. Temiamo per i posti di lavoro, ma pure per la garanzia dei livelli retributivi esistenti» ha proseguito il portavoce Usb. Lo stato di agitazione ha riguardato altre tre vertenze, che ancora restano sul tavolo.
Si tratta della mancata pubblicazione della nuova gara d’appalto per il servizio di audioguide, gestito a Pompei dalla società D’Uva di Firenze. E ancora del mancato «pagamento dei buoni pasto ai dipendenti e del dramma relativo alla sicurezza nei luoghi di lavoro». «Venti giorni fa – ha svelato sempre Blasi – un dipendente di Pompei ha subito un gravissimo infortunio, riportando danni permanenti».
Il sit-in di protesta ha occupato l’intera mattinata. Fino a quando alcuni dirigenti del Parco archeologico – tra questi l’ingegnere Vincenzo Calvanese, responsabile nominato dal Ministero della Cultura (MiC) per l’indizione del nuovo appalto pulizie – hanno incontrato i rappresentanti sindacali e una delegazione degli scioperanti.
L’incontro, a giudizio della Usb nazionale, si è poi rivelato soddisfacente. «Durante il vertice – ha infine detto Blasi – abbiamo chiesto al dirigente di revocare l’appalto così come già indetto. L’amministrazione ha preso atto delle nostre richieste garantendo che, prima della fase attuativa e dell’eventuale nuovo accordo, stanzierà il 20 oppure il 30% di fondi aggiuntivi che siano in grado di garantire il mantenimento degli attuali standard retributivi».
«Come sindacato – ha concluso – formuliamo un giudizio positivo. La protesta di Pompei dimostra che qualcosa si smuove solo quando lavoratori e sindacati lottano e scendono in piazza. La protesta andrà avanti finché non otterremo risultati concreti da mettere nero su bianco».
Giornalista pubblicista. Papà di Gaetanino.
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