I tesori dell'Isola del Sole: il Castrum e la Grado 'figlia di… – GORIZIA.news

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14.09.2022 – 08.15- Il mese di settembre è il periodo migliore per passeggiare con il naso all’insù tra le calli di Grado. Nelle piazzette e nelle viuzze del centro della cittadina, al momento sempre meno battute dagli impazienti passi della moltitudine di turisti stagionali, si respira la storia di quella che molti conoscono come ‘figlia di Aquileia e madre di Venezia’; tant’è vero che il centro storico è un pittoresco labirinto di calli e campielli caratterizzati da architetture tradizionali tratteggiate da muri di pietra, piccole finestre, strette scalinate esterne e caratteristici comignoli. Un tessuto urbano rimasto inalterato nel tempo, volto tipico di un borgo marinaro altoadriatico.
Fin dai tempi dell’Impero Austroungarico, l’isola è incessantemente soggetta a scavi archeologi, i quali hanno riportato alla luce quello che resta dell’antico Castrum gradense: grazie alle recenti indagini e ai conseguenti e approfonditi studi operati dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, la sua realizzazione potrebbe essere datata alla prima metà del sesto secolo, al contempo, tuttavia, alcuni esperti di storia locale sono convinti che l’insediamento fortificato risalga addirittura agli inizi del quinto secolo, anche in base a fonti letterarie medievali.
Questo impianto urbanistico d’epoca tardo antica è contraddistinto da una curiosa forma simile ad una ‘suola di sandalo’ e dotato di possenti mura il cui livello di fondazione si trova a circa due metri e mezzo sotto all’odierno suolo di calpestio mentre alcune loro parti sono ancora rintracciabili in alcuni punti della suggestiva città vecchia che nel tempo si sono sovrapposte con case, campi, campielli e calli dell’antico nucleo. La cinta doveva essere in pietra arenaria, formata da piccoli blocchi regolari fissati con malta e pare che fosse guarnita da nove torri tra rettangolari e poligonali.
Se l’obiettivo primario è, naturalmente, quello difensivo, la costruzione del perimetro fortificato e l’aumento del numero di edifici racchiusi al suo interno testimoniano fondamentali cambiamenti socioeconomici, politico-militari e, non da ultimo, religiosi che hanno contribuito a rendere Grado un vero e proprio centro urbano. Il tutto dopo essere stato il principale scalo dell’emporio romano di Aquileia che però venne schiacciato dagli Unni di Attila nel 452. Proprio a causa della distruzione attiliana, la Grado antica non solo offrì rifugio alla popolazione e al clero in fuga, ma divenne in seguito sede del potere ecclesiastico dell’epoca con la presenza determinante prima del Vescovo e, successivamente, del Patriarca di Aquileia.
Storicamente, quindi, l’Isola del Sole può essere considerata ‘figlia’ di Aquileia e in qualche modo ‘madre’ di Venezia: non tanto perché, secondo la leggenda, gli aquileiesi stabilitisi sull’isola avrebbero in seguito popolato il territorio lagunare fino all’insediamento originario della futura città di Venezia, Rivus Altus, bensì in quanto fu genitrice del capoluogo veneto dal punto di vista ecclesiastico trasmettendole il titolo patriarcale.
Per poter meglio immaginare il Castrum, è consigliata la visita all’interno della suggestiva Basilica di Santa Eufemia e di arrivare in prossimità dell’altare maggiore: il moderno mosaico pavimentale sottostante lo raffigura in maniera stilizzata ma efficace. Tuttavia, ancora oggi, l’insediamento fortificato è leggibile nelle calli del centro storico e nella sua topografia: di fatto, in Campo dei Patriarchi, per esempio, si possono ammirare splendidi edifici paleocristiani come le basiliche dedicate a Santa Maria delle Grazie e a Santa Eufemia, il Battistero e il Lapidario.
Per di più, Gravo Vecio – altro appellativo in cui viene riconosciuto il Castrum – con la sua incantevole atmosfera invita a perdersi nel suo gomitolo di vicoli alla scoperta di luoghi romantici e a gustare le specialità tipiche locali in uno dei numerosi ristoranti o trattorie dal fascino unico.[a.b]goriziaoggi.news supplemento di trieste.news testata giornalistica online iscritta presso il Tribunale di Trieste 2889/20 V.G. 7/2020 edita da mediaimmagine s.r.l.s. Registro Operatori Comunicazione 35517
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