Jacobelli: “Cardinale sa cos’è il Milan: vuole vincere. Su Leao…” | Esclusiva – Pianeta Milan

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Jacobelli: "Cardinale sa cos'è il Milan: vuole vincere. Su Leao…" | Esclusiva (getty images)
Enrico Ianuario
Questa settimana il Milan tornerà nuovamente in campo una volta conclusa la sosta delle nazionali. I rossoneri saranno chiamati ad una risposta sul campo dell’Empoli e vorranno riscattare la sconfitta nell’ultimo turno rimediata contro il Napoli. Nonostante ciò, la squadra di Stefano Pioli è stata protagonista di un buon inizio di stagione sia in campionato che in Champions League. Abbiamo parlato di questo e tanto altro insieme al noto giornalista Xavier Jacobelli.
Dopo le prime sette giornate, Napoli e Atalanta sono in testa alla classifica. Seguono Udinese, Lazio e Milan, mentre Inter e Juventus sono al momento fuori dalle prime sei. Cosa ha detto il campionato visto fin qui? “Ha confermato la sua anomalia. In una stagione divisa in due, ci sono 15 partite per le squadre non impegnate nelle coppe europee, 21 per quelle impegnate nelle coppe europee. Per la Fiorentina diventano addirittura 23 considerato il doppio impegno contro il Twente. E’ evidente che comporti, soprattutto nella fase iniziale del torneo, una serie di sorprese, di risultati imprevisti o imprevedibili. Ciò non toglie che a gioco lungo la gerarchia dei valori verranno allineati. Napoli e Atalanta comandano con pieno merito, forti dei risultati che hanno ottenuto. Il Napoli ha segnato quattro gol in più, l’Atalanta ha subito solo tre gol e vanta la miglior difesa del campionato. Per quanto riguarda le altre, in questo momento le squadre sotto osservazione siano Juventus e Inter. Mentre per ciò che concerne il Milan non ho dubbi che dopo la sconfitta contro il Napoli si rilancerà nonostante purtroppo la notizia dell’infortunio di Maignan”.
Forse il Milan subisce qualche gol di troppo. E’ dello stesso parere? “No. Io penso che in questo momento della stagione il Milan abbia dimostrato soprattutto in Europa tutto il suo valore. Mi è piaciuto lo spirito con cui ha affrontato l’impegno con il Salisburgo prima e poi con la Dinamo Zagabria. Ripeto, in questo momento siamo in una fase di totale rodaggio. Lì ci possono essere anche degli errori o delle incertezze in difesa, ma questo non inficia minimamente il valore assoluto del Milan che rimane una delle squadre favorite per la vittoria dello scudetto”.
A proposito di Europa: cosa dobbiamo aspettarci dai rossoneri in Champions League? “L’obiettivo che la società che ha indicato, rispetto a quello dell’anno scorso, di superare il girone di qualificazione. Ma l’anno scorso era inevitabile che una squadra che tornava a giocare in Champions League dopo sette anni, una squadra così giovane pagasse un pedaggio di esperienza internazionale di molti dei suoi giovani. Però questa esperienza è servita, tanto è vero che lo abbiamo visto sia nella gara con il Salisburgo, una formazione molto interessante e competitiva, che non è certamente l’anello debole del girone, così come la Dinamo Zagabria era importante ottenere un successo e il successo è stato ottenuto in modo chiaro, netto. Ora ci sarà questo doppio confronto con il Chelsea e da questo vedremo qualcosa”.
Cosa dovrà temere il Milan di questo ‘nuovo’ Chelsea? “Ha cambiato allenatore però mi pare che le difficoltà permangano. D’altra parte non si poteva pensare che arrivando Potter a stagione in corso con un tocco di bacchetta magica risolvesse i problemi del Chelsea. E’ una squadra certamente molto competitiva, solo due anni fa vinse la Champions con Tuchel, ma è una squadra che è assolutamente alla portata del Milan”.
Quindi il Milan può ambire al primo posto nel girone? “Dipende. Ripeto, il Salisburgo ha dimostrato in questi primi due turni che è una formazione molto competitiva. Per certi versi, anche dal punto di vista strategico e della valorizzazione dei giovani, ha punti in comune con il Milan stesso. E’ un girone alquanto equilibrato e in questo momento non si può dire chi arriverà primo o chi arriverà secondo”.
Questa settimana torna la Serie A e il Milan affronterà l’Empoli sabato sera. Al netto delle assenze, cosa dobbiamo aspettarci da questo match? “Dovremo aspettarci un Milan che ritorni a prendere il discorso interrotto dopo la sconfitta con il Napoli. Gli infortuni in questo momento sono una costante che assilla molte squadre, quasi tutte oserei dire. Non è solo colpa della sosta della nazionale. La verità è che considerato il calendario molto intenso dei primi tre mesi, è evidente che la preparazione sia stata concepita per ottenere il massimo risultato nella prima parte di stagione nell’arco dei tre mesi. Questo espone i calciatori ad infortuni soprattutto di carattere muscolare. Però credo che la rosa del Milan offra sufficienti garanzie a Pioli in quanto a sostituti”.
Sostituire Maignan e Theo Hernandez, però, non è cosa da poco: “Io non sottovaluterei Tatarusanu. Maignan è sicuramente uno dei portieri più forti. In questo momento, per quello che ha offerto, è il più forte portiere in circolazione: è stato un grande merito del Milan andarlo a prendere dopo il congedo di Donnarumma. Ciò detto, Tatarusanu ogni qual volta è stato chiamato in causa ha risposto bene, quindi sarà un portiere sicuramente all’altezza della situazione. Diverso il discorso che riguarda Hernandez, che sappiamo benissimo quale sia la spinta propulsiva che esercita questo calciatore lungo la fascia. Però, ripeto, l’organico del Milan, dal punto di vista tecnico, offre a Pioli la possibilità di godere di valide alternative”.
Ieri Paolo Maldini ha rilasciato interessanti dichiarazioni al ‘Festival dello Sport’. Quale degli argomenti trattati l’ha colpita di più? “I temi sono stati variegati e interessanti. Maldini ha un grande pregio: quando parla lo fa con chiarezza e, soprattutto, con incisività. Mi è piaciuto molto quando ha parlato della nuova proprietà. Gerry Cardinale, la personalità del nuovo proprietario, le impressioni che Maldini ha ricavato dal dialogo costante con lo stesso Cardinale e gli uomini di RedBird. Noi forse non abbiamo sufficientemente compreso quale potenza, dal punto di vista sportivo, sia Cardinale e sia la nuova proprietà di un Milan che negli ultimi tre anni, grazie a Gazidis, ha invertito la rotta per quanto concerne gli equilibri di bilancio. Un grande merito di Gazidis è quello di aver avviato l’opera di risanamento che ha consentito a RedBird poi di farsi avanti e di prelevare il Milan stesso. Maldini ha evidenziato quanto Cardinale abbia dentro di sé lo spirito di colui che vuole gareggiare per vincere, sa perfettamente cosa sia il Milan, una delle squadre più blasonate e prestigiose al mondo. D’altra parte l’operazione De Ketelaere è lì a ricordare e a confermare questo tipo di strategia”.
Nel nuovo Milan di Cardinale ci sarà ancora spazio per Rafa Leao? “Certamente sì. Quando un calciatore come Leao si impone l’attenzione nazionale e internazionale suscita gli appetiti di altri grande squadre. Il fatto che il Milan abbia resistito alle lusinghe che erano state avanzate in particolare dal Chelsea è stato molto indicativo. Adesso sappiamo come sia in ballo la trattativa per il prolungamento del contratto dell’attaccante portoghese. Penso che si evolverà in modo positivo, ma le intenzioni del Milan sono molto chiare. D’altra parte non avrebbe senso puntare sulla valorizzazione di un giovane talento come è stato il caso di Leao per poi non continuare con questa strada e non confermarlo. In questo momento penso che il Milan sia molto felice di Leao e che Leao sia molto felice di stare al Milan. Questa è la strada, poi il futuro nessuno lo conosce ma certamente conosciamo la linea strategica del Milan che è stata confermata con le operazioni di mercato di questa estate”.
A detta di Maldini, il Milan non ha necessità di cedere dei calciatori. Un segnale forte tenendo conto anche di quanto sta accadendo in casa Inter e Juventus: “Questo è il passaggio più importante perché conferma quanto dicevamo poc’anzi. Il risanamento del bilancio, il lavoro di Gazidis, il lavoro di Maldini e Massara sul mercato e il lavoro di Pioli sul campo hanno consentito di aprire questo circolo virtuoso che ha permesso al Milan di riconquistare lo scudetto dopo un’attesa di undici anni e di essere di nuovo competitivo in Europa. Non bisogna pretendere la luna in Champions League perché sappiamo molto bene quale siano i valori ma sappiamo molto bene che si tratta di un percorso progressivo quello intrapreso dal Milan in Champions League. Quindi bisogna andare avanti lungo questa strada, ma la strada è tracciata”.
Il Milan dovrà imporsi di vincere lo scudetto della seconda stella? “Non per forza di cose, c’è la concorrenza ovviamente. Certamente una squadra come il Milan parte per vincere, non è una squadra che accetta il ruolo di comprimaria. Certamente la squadra è competitiva con Pioli che è la garanzia assoluta. Un allenatore che nell’arco di poco più di due anni e mezzo ha mostrato completamente il suo valore e la conquista dello scudetto ha ulteriormente arricchito la consapevolezza del valore di questo allenatore”.
Capitolo nazionale. Riuscirà l’Italia di Mancini a battere l’Ungheria e qualificarsi alle final four? “Lo vedremo questa sera, ma la cosa importante è stata la vittoria sull’Inghilterra. Molto importante dal punto di vista squisitamente tecnico, ma anche dal punto di vista psicologico. E’ evidente che in tutti noi permanga la delusione e la frustrazione della seconda mancata qualificazione ai Mondiali però non possiamo piangerci addosso. Non possiamo pensare sempre alla Macedonia del Nord o a quello che poteva essere e non è stato. Mancini ha avuto coraggio, ma questo l’ha dimostrato sin da quando convocò Zaniolo in nazionale per la prima volta quando ancora lo stesso Zaniolo non aveva collezionato un minuto in gare ufficiali con la Roma. Lo ha dimostrato anche nella partita con l’Inghilterra, ha cambiato modulo e si è affidato alla difesa a tre, puntando su calciatori di grande talento come Raspadori ma non solo lui. Ho visto Pobega entrare nel secondo tempo e Pobega è un altro patrimonio del Milan che ha fatto bene a richiamarlo dal prestito al Torino che è stata un’esperienza importante. Pobega è destinato a migliorare sempre di più, tanto è vero che ha conquistato la nazionale. Questa sera quindi ci aspettiamo un’altra prova ricca di entusiasmo e di determinazione. Se arriverà la vittoria, l’Italia si qualificherà alle semifinali della Nations League. Però bisogna avere pazienza, bisogna capire che in un campionato che nelle prime sette giornate ha contato il 67% di stranieri in campo, e che nelle prime sette giornate fra i venti marcatori che hanno realizzato due, sei gol ne conta solo uno italiano, Immobile – che tra l’altro non giocherà contro l’Ungheria perché infortunato -, bisogna rendersi conto delle oggettive difficoltà del selezionatore che sta facendo veramente miracoli”. Maldini, aneddoti e retroscena su presente e futuro del Milan >>>
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26 settembre 2022 (modifica il 26 settembre 2022 | 18:01)
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