Il ritorno a casa di Onofrio Pepe: la mostra Divinitas – Insieme News

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Il ritorno a casa di Onofrio Pepe è stato caratterizzato da un gesto simbolico e significativo. Il mitografo, così è definito il maestro scultore, ha voluto donare una sua creazione al Museo diocesano San Prisco.
Si tratta della Deposizione, opera che fa parte della mostra Divinitas inaugurata ieri sera al Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore. Una serata eccezionale, aperta dal direttore del Museo San Prisco, Salvatore Alfano, che ha ringraziato quanti hanno collaborato alla manifestazione, che si è inserita nel percorso del Maggio diocesano della cultura.
Il vescovo Giuseppe Giudice ha sottolineato che il Battistero «è uno spazio e un luogo che racconta, è un raccontatoio». Ha aggiunto: «È uno spazio sacro dove noi ci ritroviamo con la nostra umanità. Se oggi sappiamo includere ci prepariamo alla pace, se escludiamo continueremo le guerre. Ogni incipit ha un inizio, per noi credenti l’inizio è una vasca battesimale».
Mons. Giudice ha fatto un inciso sulla Deposizione: «Il cuore di questa mostra, con la cornice dei miti, è la Deposizione. Un’opera che chiama a convegno chi crede e chi non crede. Con umiltà, ma radicati alla ricerca dei padri, noi additiamo il grembo, il cuore e le braccia della Vergine».
Infine il richiamo alla cultura: «La cultura nei suoi molteplici aspetti, ma non quella scritta con la K, vuole essere una risposta al degrado che ci abita, imposto quotidianamente. Quando la vita imbarbarisce, l’arte abbellisce e dona schegge di bellezza alle nostre città. L’arte e la Chiesa hanno camminato insieme sempre. Oggi si vuole riprendere questo colloquio perché la Chiesa è maestra di bellezza e madre sempre. Madre capace di impastare cielo e terra, capace di accogliere ogni umanità, anche la più ferita, anche la più ribelle. Perché ogni madre accoglie sempre».
Al vernissage è intervenuto il sindaco di Nocera Superiore Giovanni Maria Cuofano: «Credo che stasera, in questa stupenda cornice patrimonio dell’umanità, c’è questo connubio tra due forme d’arte e di conoscenza. La testimonianza che deve arrivare a tutti è che i valori che noi portiamo come fratellanza e saggezza sono valori che abbiamo smarrito».
Il richiamo all’attualità: «Se chi anima il conflitto a pochi passi da noi facesse tesoro di questi valori, credo che le cose andrebbero diversamente. Qui leggo l’incontro tra l’antico e la cristianità, ma anche una riscoperta dei valori che hanno contraddistinto la nostra umanità».
Il primo cittadino ha parlato anche del futuro, con l’avvio di una serie di iniziative che hanno al centro l’arte, la cultura, la storia: «Questa contaminazione d’arte e di bellezza che speriamo possa crescere di anno in anno per valorizzare i siti archeologici e la cultura per restituire all’umanità, e non solo i cittadini nocerini, quest’arte».

Il maestro Onofrio Pepe, autore di un piccolo fuori programma da artista, ha illustrato le motivazioni alla base delle stele esposte nel Battistero. Opere nate per Santa Maria Maggiore, ma che hanno impiegato anni prima di arrivarci. Sono passate per altri musei e luoghi d’arte nelle principali città europee, da Firenze a Parigi, e da ieri sono a Nocera, nella terra natia del mitografo.
«Ringrazio il vescovo e tutti i presenti. Ho aspettato 15 anni perché un mio desiderio, un mio sogno fosse realizzato. Queste sculture sono state fatte 15 anni fa, ma finora non era possibile portarle qui. Quando la mostra Divinitas è stata a Parigi, nel museo del Duomo di Firenze dove a quattro metri c’era Donatello, mi dicevo “è possibile che non posso fare la mostra al battistero?”, che quando l’ho visto anni fa sono rimasto strabiliato. Se questo sogno si realizzato è grazie al presidente dell’Opera del Duomo di Firenze, grazie al vescovo e grazie all’interessamento del professor Teobaldo Fortunato».
L’esposizione è curata, infatti, oltre che dal direttore del Museo diocesano, Salvatore Alfano, da Teobaldo Fortunato. Nel suo intervento, il professore ha sottolineato: «Le imponenti stele del mitografo per eccellenza attestano il legame indissolubile tra la valenza iconografica del classicismo e le nuove istanze figurative e sacrali proposte all’Occidente dal Cristianesimo nascente. Tra le stele, emerge, quasi come un deus ex machina d’un rinnovato Teatrum Mundi, una poetica Deposizione tutta cristiana, realizzata in terracotta patinata in bronzo a voler sottolineare, nel linguaggio laicissimo dell’artista contemporaneo, un atto di Fede che trascende ogni volontà, elevando l’arte a testimone dell’humanitas e della caritas cristiana».
La cerimonia di inaugurazione, che è stata trasmessa in diretta sui profili social del Mensile Insieme e del Museo diocesano San Prisco, si è conclusa con una “dolce” sorpresa della pasticceria Mamma Grazia di Nocera Superiore. I maestri pasticcieri Giuseppe e Pasquale Bevilacqua hanno allestito un gustoso buffet e scoperto una scultura di cioccolato alta un metro e pesante 11 chilogrammi raffigurante Persefone, una delle 12 sculture esposte al Battistero.
Ad allietare la serata gli interventi musicali degli studenti del Liceo “Galizia” di Nocera Inferiore, diretto dalla professoressa Maria Giuseppa Vigorito. Guide d’eccezione gli studenti del Liceo “Leonardo da Vinci” di Poggiomarino, diretto dalla professoressa Olimpia Savarese.
La mostra resterà in esposizione fino a settembre. Per informazioni e prenotazione di visite guidate è possibile scrivere a museo@diocesinocerasarno.it.
Gli appuntamenti del Maggio diocesano della cultura proseguono domani, con la presentazione del libro “Amore senza lividi” (appuntamento alle ore 19.00 presso la Curia vescovile di Nocera Inferiore), e sabato 28 maggio, con la XIV edizione del Premio Euanghelion sul tema “Comunicatori che sanno ascoltare”.
L’angelo della Buona Notizia sarà assegnato al giornalista e scrittore Giovanni Grasso.
Il Maggio diocesano della cultura è stato aperto il 14 maggio con il convegno “Per un’impresa sostenibile” e la mostra fotografica “Quando suonavano le tufe” (in esposizione al primo piano della Curia vescovile”.
La serata fu impreziosita dagli interventi del professore Giuseppe Palmisciano, di Veronica Petti, direttore generale di Petti SPA, di Alfonso Vicidomini, presidente del Co.I.F.Im., e di Rosario Petrosino, direttore del Mudif e curatore della mostra fotografica sulla storia industriale dell’Agro nocerino sarnese.
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