Le nostre chiese: la cattedrale di Nocera Inferiore – parte I – Insieme News

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A Sud della città di Nocera Inferiore, lontano dal caos del centro cittadino, ai piedi dei Monti Lattari, nel borgo storico di Montevescovado sorge uno dei complessi architettonici più interessanti della provincia di Salerno: il settecentesco palazzo vescovile, il campanile di Francesco Solimena e l’antica cattedrale dedicata a san Prisco, primo Vescovo della Diocesi di Nocera de’ Pagani, le cui spoglie sono gelosamente custodite all’interno di essa.
Fonti storiche attestano che una prima chiesetta sorgesse a fianco dell’antica abbazia benedettina databile intorno al X secolo. L’impianto odierno, del XVII secolo, è il risultato di numerosi rifacimenti. In seguito ai danni provocati dai terremoti del 1688 e del 1694 furono eseguiti alcuni interventi completati nel 1744, anno di consacrazione della rinnovata cattedrale, che videro impegnati importanti artisti come Francesco e Angelo Solimena.
Il vescovo Benedetto dei Monti San Felice (1768-1806), nella seconda metà del Settecento, completò l’aggiornamento stilistico dell’interno con la realizzazione del pregevole organo, degli altari in marmi commessi e degli stucchi sulle pareti delle navate, delineando in tal modo l’attuale veste architettonica. A seguito del terremoto dell’80, l’edificio sacro fu restaurato nel 1981 a cura della Soprintendenza di Salerno. Dopo un ulteriore intervento negli anni ’90 la cattedrale è stata riaperta al culto nel 2002.
Varcato il grande portale del campanile, disegnato dal celebre artista e architetto Francesco Solimena (1657-1747), un’atmosfera dominata dal silenzio e dall’armonia della natura abbraccia un ampio piazzale che conduce alla Cattedrale. 
La facciata, di elegante stile barocco, è composta da due registri: il primo scandito da tre accessi, intervallati da sei paraste. L’ingresso centrale più ampio è sormontato da un ovale che ospita il busto raffigurante il santo patrono; gli altri due ingressi sono sovrastati da due vani rettangolari. Un cornicione aggettante divide il primo dal secondo registro; quest’ultimo presenta al centro una grande apertura mistilinea incorniciata da due paraste. Due volute raccordano lateralmente i due registri. Il tutto è sormontato da un timpano di forma semicircolare.

L’interno si presenta a tre navate, con decorazione in stucco, e notevoli altari marmorei, soprattutto quello del 1714 nella Cappella del Rosario, sulla sinistra, ove è notevolissima la cupola affrescata dai Solimena.
L’ingresso centrale è coperto dalla grande cantoria in legno intagliato che ospita l’antico organo. L’ultimo intervento di restauro ha portato alla luce le antiche colonne appartenenti al primo nucleo benedettino. In fondo alla navata sinistra vi è l’accesso ai locali della sacrestia (già sala capitolare), mentre in fondo alla navata destra troviamo l’antico sarcofago contenente le spoglie di San Prisco, databile intorno al III sec. d.C.; secondo la tradizione il santo fu sepolto insieme alle due sorelle.
Di forte impatto è l’area del presbiterio che ospita l’antico coro ligneo del capitolo dei canonici della cattedrale e la sede marmorea episcopale con un piccolo intarsio raffigurante la colomba dello Spirito Santo.
L’aula liturgica è coperta da una volta a botte con decorazione a stucchi.
Il campanile è diviso dal corpo della cattedrale. Esso, rifatto nel ‘700 su disegno di Francesco Solimena, si sviluppa in tre ordini: la parte inferiore costituita da un portale-androne che immette nell’ampio atrio antistante la Cattedrale, ed al viale che porta all’ingresso del palazzo vescovile. Il secondo ordine contiene la vera torre campanaria, con campane di varie grandezze. Tra questo e l’ordine superiore che contiene l’orologio c’è una balconata che gira intorno. 
Il campanile è sormontato da una piccola costruzione piramidale tronca, a sua volta sormontato da una sfera su cui vi è una croce in ferro.
Numerose sono le sensazioni di bellezza che si provano entrando nella cattedrale di Nocera. Un sito ricco di storia, arte e fede, sempre più da scoprire, che a volte, purtroppo, viene poco apprezzato.
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