Governo dopo le elezioni, Draghi: "In Europa non ci sono preoccupazioni". Mattarella: "Italia sa badare a se stessa" – la Repubblica

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Sergio Mattarella avverte: “L’Italia sa badare a se stessa”. Al Consiglio europeo informale di Praga Mario Draghi rassicura: “In Europa non c’è preoccupazione per il nuovo governo”. La politica estera del nostra paese, dice, “rimarrà inviariata”. Emmanuel Macron aggiunge: “Lavoreremo con il nuovo governo, noi rimaniamo fedeli ai nostri principi”.

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Parlando con Adnkronos, l’ex sindaco di Milano ha raccontato che al presidente leghista della Lombardia Attilio Fontana è stato offerto il ministero agli Affari regionali, proposta rifiutata
“Nessun trattato prevede la vigilianza straniera sull’Italia, che come hanno detto Draghi e Mattarella sa badare a se stessa. E la nostra linea sulla politica estera non cambierà”, dice la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni
“Non è il presidente della Francia che sceglie il presidente del Consiglio italiano. E’ il frutto del voto popolo italiano e sarà designato secondo la Costituzione italiana dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lavorerò con la persona indicata che sarà frutto dell’esito delle elezioni e lavorerò con la miglior volontà ma neanche cambierò i miei valori e i miei principi miei. Finora ho sempre saputo avanzare”. Ad affermarlo è il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron al termine del Consiglio Europeo informale di Praga rispondendo a una domanda sul futuro governo italiano e sui rapporti con la Francia.

Il presidente francese Macron da Praga dice “lavoreremo con buona volontà con il nuovo governo italiano”
“L’Italia sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione e dei valori dell’Unione europea”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo a margine di un incontro ad Alba a una domanda dei cronisti sulla “vigilanza” che alcuni ministri del governo francese si propongono di esercitare sul nostro paese, in particolare sui diritti.
“Quando c’è un cambio di governo c’è molta curiosità, ma non preoccupazione. C’è rispetto della scelta degli italiani e curiosità di sapere quale sarà l’evoluzione del governo, ma in politica estera la linea dell’Italia dovrebbe essere invariata”, le parole di Draghi a Praga.

“Non vogliamo dare lezioni. Le parole della ministra sono state semplificate. La Francia rispetta la scelta democratica degli italiani”. È quanto
riferiscono fonti del gabinetto della ministra francese per gli affari europei, Laurence Boone, in merito alla sua intervista a Repubblica e alla reazione di Giorgia Meloni.
 “Un Pd che ha fatto un pò troppa autoanalisi, di autocoscienza, d’altronde era inevitabile”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini risponde ai cronisti che gli domandano quale partito abbia trovato ieri alla Direzione del partito. “Ho apprezzato che Letta e altri interventi abbiano sottolineato che non dobbiamo partire dalla coda, ossia da quali alleanze faremo, quelle verranno di conseguenza nel momento in cui avremo precisato meglio quella che ci è mancata a mio parere in questi ultimi anni: una precisa identità del Partito Democratico”.
Parole di condivisione della strada tracciata ieri da Letta: “Sono soddisfatto del percorso che ha indicato il segretario, era quello che avevo chiesto; non basterebbero 15 giorni per fare una discussione severa che guardi oltre gli errori, alle mancanze, che provi però a gettare una prospettiva anche positiva verso il futuro – ha aggiunto – Siamo arrivati a un punto in cui abbiamo il dovere di immaginare la rigenerazione del Partito Democratico. Ho apprezzato che abbia posto la primavera come tempo limite, se noi come qualcuno chiede ci mettessimo sei mesi o più per fare un congresso io temo che i tempi di vita materiali delle persone, di chi lavora, fa impresa, studia, ci vedrebbero come marziani”.
La primavera è il tempo giusto per Bonaccini, “necessario per una bella, profonda e seria discussione, d’altra parte dovremo rivendicare l’orgoglio di essere ormai gli unici che fanno congressi”. Un congresso che secondo il presidente dell’Emilia-Romagna dovrà essere  “partecipato, solo di partecipazione può nutrirsi  un progetto e processo di rigenerazione”. E ribadisce “un tempo giusto, anche perché ci attendono passaggi importanti di fronte ai quali l’opposizione dovrà farsi trovare pronta, mi verrebbe da dire le opposizioni”.
“È stata esclusa l’idea rispettabile, a mio parere bizzarra e profondamente sbagliata, di uno scioglimento, come qualcuno chiedeva, del Partito Democratico, perché vorrebbe dire concedere il più grande regalo a chi ha vinto le elezioni, alla destra”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, a margine di una conferenza stampa a Bologna.
“Questo rimane con tutti i suoi limiti e difetti un partito che ha raccolto circa il 20% dei voti e quindi la seconda forza politica nel Paese. Per quanto non sia stato un risultato positivo, la sconfitta è stata netta, ma è anche il primo partito delle opposizioni e se dovessimo sciogliere noi il Pd mi chiederei cosa dovrebbe fare il Movimento 5 stelle, che comunque ha perso più della metà dei voti, o il Terzo Polo, che ha preso circa un terzo dei voti del Pd e giustamente loro non parlano di scioglimento, ma anzi provano a lavorare per consolidarsi e aumentare i consensi”.
 
“Spero di no e spero che anzi si possano sviluppare ragionamenti che, superata la paura, possano tracciare un percorso di incontro e un futuro migliore, non semplicemente per accogliere ma per  integrare, costruire assieme”. Così il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, a margine della presentazione del Rapporto Immigrazione della Caritas italiana e della Fondazione Migrantes, risponde alla domanda se abbia il timore di un inasprimento delle normative sull’immigrazione con il prossimo governo.
“Il primo impegno è quello di mettere in campo una squadra di governo all’altezza della sfida: il momento per il Paese è delicatissimo sul piano economico e sociale. Un governo che sia pronto a varare tutte le misure che servono alle famiglie e alle imprese, a partire dalla risposta al costo dell’energia. Un governo che sappia mettere a terra le risorse del Pnrr: non dimentichiamo che gli investimenti passano per bandi e progetti che devono dare concretezza ad un Piano che, altrimenti, perde di significato. Un governo che sia in grado, all’interno di un radicamento europeo, di difendere gli interessi nazionali, la dignità dell’Italia come grande paese democratico che non ha bisogno di patenti di legittimità sullo Stato di diritto e la libertà. E sarà un esecutivo necessariamente politico: lo hanno infatti deciso gli elettori assegnando una vittoria chiara al centrodestra e a Giorgia Meloni”. Così il capo politico di Noi Moderati, Maurizio Lupi.
 
Giorgia Meloni “ha ragione ad arrabbiarsi. Devono farsi i fatti loro, mi sarei espresso come si è espressa lei”. Così Carlo Calenda a ‘L’aria che tirà commentando le parole della ministra francese Boone sul governo italiano. “Siamo un Paese dell’Unione europea, se c’è una questione attinente allo stato di diritto se ne occupa l’Ue, quindi è del tutto inopportuno”, ha aggiunto Calenda.
 

“Non ci sono veti di alcun tipo su Matteo Salvini, il cui ottimo lavoro ai tempi del Viminale non è in discussione”. È quanto riferiscono fonti della Lega.
“Leggo su La Repubblica che il ministro francese per gli Affari europei, Laurence Boone, avrebbe detto: ‘Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto diritti e libertà’ e ‘saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto’. Replicando lo scivolone già fatto qualche giorno fa dal primo ministro francese Élisabeth Borne. Voglio sperare che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri, e confido che il Governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Unione Europea”.
L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita, credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa”. Così il presidente di FdI Giorgia Meloni su Facebook.
Nessuna sorpresa, il quadro dei deputati e dei senatori eletti in Calabria con il voto del 25 settembre scorso resta invariato rispetto alle indicazioni dei giorni scorsi. È quanto emerge dall’esito dei conteggi in Cassazione: sono 19 in totale – 13 alla Camera e 6 al senato – i parlamentari eletti in Calabria, il numero più alto l’hanno registrato Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle (con 5), seguiti da Forza Italia (4), Lega (3) e Pd (2).
Nel dettaglio, Fratelli d’Italia elegge alla Camera Wanda Ferro (che ha vinto nel collegio uninominale di Catanzaro-provincia), Eugenia Roccella e Alfredo Antoniozzi, e al Senato l’assessore regionale al Turismo Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani (che ha vinto nel collegio senatoriale Calabria Nord). Il Movimento 5 Stelle elegge quattro deputati (tutti uscenti), Anna Laura Orrico (eletta nel collegio uninominale Cosenza-Tirreno, Vittoria Baldino, Riccardo Tucci ed Elisa Scutellà: il M5S elegge anche l’ex pm antimafia di Palermo Roberto Scarpinato al Senato.
Forza Italia elegge alla Camera il coordinatore regionale e senatore uscente Giuseppe Mangialavori, il deputato uscente Francesco Cannizzaro (che ha vinto nel collegio uninominale Reggio città-provincia-Locride) e il capogruppo alla Regione Giovanni Arruzzolo (che ha vinto nel collegio uninominale Vibo Valentia-Piana di Gioia Tauro), e al Senato Mario Occhiuto, già sindaco di Cosenza. La Lega elegge alla Camera il deputato uscente Domenico Furgiuele (che ha vinto nell’uninominale Sibaritide-Crotone) e la capogruppo regionale Simona Loizzo, e al Senato l’assessore regionale al Welfare Tilde Minasi (eletta all’uninominale Calabria Sud). Il Pd invece elegge alla Camera il deputato uscente Nico Stumpo (in quota Articolo 1) e al Senato il segretario regionale Nicola Irto.
In Calabria il centrodestra ha vinto in sei dei sette collegi uninominali previsti per la regione: unica eccezione il collegio Cosenza-Tirreno della Camera, vinto dalla candidata del Movimento 5 Stelle Orrico. Resta comunque – secondo quanto si apprende da fonti dei vari partiti – la possibilità di ricorsi da parte di candidati risultati non eletti per pochi voti, come Fulvia Caligiuri e Andrea Gentile di Forza Italia ed Enza Bruno Bossio del Pd.
Il ministero dell’Innovazione a Milano? “Salvini lo sta portando avanti, è chiaro che saranno proposte che saranno fatte nel governo. Bisogna aspettare che il nuovo governo si costituisca, poi sarà sicuramente un argomento che sarà posto all’attenzione dell’esecutivo”. A dirloè il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine dell’evento ‘La Lombardia è dei giovani’.
Non è ancora definitivo l’elenco degli eletti a Montecitorio e Palazzo Madama. Lunedì prossimo ci sarà l’accoglienza dei deputati e i senatori eletti per il disbrigo delle pratiche necessarie – fotografie per il sito internet, impronte per il tesserino – ma i nomi dei seicento ancora non ci sono, visto che l’ufficio elettorale nazionale sta ancora decidendo quali candidati subentreranno a quelli eletti in più collegi. All’appello mancano ancora 5 deputati e 8 senatori. Atteso per oggi il verdetto della Cassazione.

“Il Partito democratico ha portato in Parlamento solo 3 under 35 su 95”, così l’europarlamentare dem Brando Benifei intervistato da Repubblica. “Se non ci fossero state le preferenze non sarei mai andato a Strasburgo”, ha aggiunto.
“È inquietante la leggerezza con cui in queste ore si parla di guerra nucleare. Non si può assistere silenti ed immobili. È fondamentale che ritorni in campo una forte iniziativa politica e diplomatica insieme ad una grande mobilitazione popolare. Prima che sia troppo tardi”. Lo dichiara il ministro della Salute e segretario di Articolo 1, Roberto Speranza.
L’appello al governo che arriverà dalla piazza è che “ascolti il lavoro, ascolti le ragioni delle persone che per vivere hanno bisogno di lavorare”. Lo dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al Tg1 mattina, alla vigilia della manifestazione nazionale, domani pomeriggio in piazza del Popolo a Roma accompagnata proprio dallo slogan “Italia, Europa, ascoltate il lavoro”. Una manifestazione “decisa prima dell’esito elettorale – rimarca – perché vogliamo affrontare una situazione di emergenza gravissima che c’è. C’è bisogno di sostenere i redditi da lavoro e da pensione, di superare una precarietà senza precedenti, di fare ripartire gli investimenti e una nuova politica energetica”.
Una situazione “così difficile non l’ho mai vissuta”, ripete Landini: “Rischiamo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi una situazione sociale che non regge, perché la gente non ce la fa e le imprese rischiano di chiudere. È il momento di andare a prendere i soldi dove sono. È il momento della solidarietà e della giustizia sociale”. Il leader della Cgil rilancia quindi l’appello “a chi governa, alle istituzioni, alla politica a non lasciare solo nessuno e ascoltare i bisogni delle persone”.
“Io credo che il Pd abbia un problema di ricostruire un rapporto con pensionati e pubblico impiego, che non è la borghesia; che il Pd abbia radicamento in un pezzo di ceto medio impoverito, tra gli studenti. Ha difficoltà, invece, nel ceto operaio, tra i lavoratori”. Lo ha detto Andrea Orlando ad Agorà, su Rai 3.
“Non mi interessa il tema dei tempi. Il nodo è pronunciarci se siamo un partito che lotta per la questione sociale, oppure no. Secondo me se si scioglie questo nodo si scioglie gran parte delle questioni. Questo è un grande nodo rimosso, sempre messo in secondo piano in nome della responsabilità”, aggiunge Orlando che, alla domanda se il Pd sia stato danneggiato dalla partecipazione ai governi di larghe intese, risponde: “Io credo che nel caso dei governi di quasi centrosinistra di Renzi era un altro quadro, non erano governi di unità nazionale in senso stretto. Non credo che fossero altre strade. Quanto è caduto il governo Conte 1 era un momento di grande difficoltà per il paese. Il secondo passaggio, con il governo Draghi, era una fase altrettanto difficile. Non è tanto se dici no o sì, ma come dici sì. Il Pd quando sta nei governi diventa i governi. La Lega, invece, ha mantenuto le proprie bandiere”.

“Io auspico una manifestazione senza sigle e senza bandiere, aperta a tutti i cittadini che nutrono forte preoccupazione per il crinale che il conflitto in Ucraina sta prendendo, esponendoci al rischio nucleare. Mentre il tema di un negoziato di pace sembra relegato sullo sfondo”. Così – in un’intervista al Fatto Quotidiano – il leader del M5s Giuseppe Conte torna sulla proposta di una manifestazione per la pace “a cui – dice – possano partecipare anche gli elettori di centrodestra”.
Conte sollecita “una forte spinta verso il negoziato, che rappresenta l’unica via di uscita da questa guerra”. “La strategia che stiamo perseguendo – afferma l’ex premier – ci sta portando a un’escalation militare, e non contempla sforzi convinti e costanti per una trattativa. Detto questo, ritengo necessaria una conferenza internazionale di pace, sotto l’egida dell’Onu e con il pieno coinvolgimento della Santa Sede”.
Secondo Conte, “l’Ucraina ormai ha gli armamenti per combattere, è ben equipaggiata. Dobbiamo puntare su un negoziato di pace. Piuttosto, mi chiedo se e quali cautele siano state prese rispetto a un attacco nucleare, anche in Italia. C’è un piano al riguardo?”. “Chi ha costruito la strategia che ci ha portato a questo – rimarca – ci dovrebbe dire quali garanzie offre sul fatto che non si farà ricorso ad armi non convenzionali”.
Il leader del M5s nega di progettare un’Opa sul Pd e sul centrosinistra: “Non aspiro a guidare il Pd, ma a rendere sempre più dirompente l’azione politica del M5s così da contribuire a trasformare in senso progressista la società. Il Pd sta facendo il suo percorso. Noi continuiamo a fare le nostre battaglie con chi è pronto a condividerle”.
Pina Picierno, voi donne del Pd rivendicate cariche paritarie per ogni ruolo dirigenziale. In che modo pensate di ottenerlo? “Nello statuto del Pd – risponde l’europarlamentare alla domanda rivoltale dal Corriere della Sera – è prevista la parità ad ogni livello. Non è bastato. Siamo l’unico partito che ha una ‘Conferenza delle donnè e non è bastato nemmeno questo. È un fallimento che interroga tutte e tutti. Il femminismo è una rivoluzione che sta modificando la struttura gerarchica del potere, ma noi non ne siamo parte”. Per Picierno il sistema delle quote “è stato fondamentale e lo sarà ancora a lungo tempo. Le quote hanno consentito negli anni un equilibrio che giudico ancora per nulla sufficiente, ma che ha segnato l’inizio di un percorso. Quello che conta è poi che le donne che ottengono posizioni di vertice aprano la strada ad altre”.
Giorgia Meloni “in questi anni ha dato sempre prova di lucidità e di visione politica facendo crescere il suo partito non solo nei numeri, ma anche nella qualità delle idee. Credo sia pronta per la grande sfida che l’attende”. Lo dice, in un’intervista alla Stampa, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, secondo la quale “dopo anni di esecutivi che governavano senza una maggioranza elettorale, il Paese si è affidato a un governo politico di centrodestra”.
“Credo nella soluzione di un governo autorevole in ogni casella – aggiunge – e da Giorgia Meloni mi aspetto di essere sorpresa”. “Il centrodestra – afferma – ha già governato in passato mostrando coesione e capacità di sintesi. Il programma è unico. Per questo il 25 settembre scorso, gli italiani hanno premiato la nostra coalizione anche per la coerenza e la compattezza con cui si è presentata alle urne. La strada che abbiamo disegnato insieme è chiara e non ammette cambi di rotta, soprattutto in un momento così difficile”.
Casellati risponde poi sul lavoro che attende il nuovo governo: “Famiglie e imprese sono di nuovo allo stremo dopo l’emergenza Covid. Serve oggi più che mai un approccio unitario in Europa, che deve dimostrare ai suoi stati membri la stessa solidarietà che ha avuto nel difendere l’Ucraina”. “Credo che, a questo punto, aggiornare il Pnrr al nuovo scenario macroeconomico dettato da guerra e inflazione sarà un’opzione obbligata”, aggiunge.

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