Giornate FAI d'Autunno, il 15 e 16 ottobre alla scoperta di Rocchette e Greccio – Rietinvetrina

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Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 tornano, per l’undicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno, il grande evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno, d’autunno, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, con la partecipazione di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture diffusi e attivi in tutta Italia.
I Delegati e Volontari della Fondazione, come ogni anno, metteranno a disposizione energia, creatività ed entusiasmo per svelare agli italiani la ricchezza e la varietà del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo di questo Paese, sorprendente e inaspettato, e che non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, luoghi speciali che custodiscono e testimoniano piccole e grandi storie, culture e tradizioni, che sono a pieno titolo “il nostro patrimonio”, e che perciò tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, com’è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.
Sono oltre 700 le proposte in 350 città d’Italia, in tutte le regioni: meraviglie da scoprire, nascoste in luoghi poco conosciuti e solitamente inaccessibili, che raccontano storia e natura dell’Italia, spaziando dall’archeologia all’architettura, dall’arte all’artigianato, dalla tradizione alla memoria, dall’antico al moderno, dalla città alla campagna. Dai palazzi delle istituzioni alle architetture civili – ospedali, carceri, scuole e università, e perfino porti – da chiese e conventi a dimore private, ville e castelli, da siti archeologici a moderni centri di ricerca, dai borghi immersi nella natura a parchi, giardini e orti in città, dai villaggi operai ai laboratori artigianali e alle industrie del made in Italy: tutto questo, e molto altro, è il patrimonio culturale dell’Italia che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento e sensibilizzazione.
Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, che andrà a sostegno della missione e dell’attività del FAI (l’elenco dei luoghi aperti e le modalità di partecipazione all’evento sono consultabili sul sito www.giornatefai.it). Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento (box sotto per dettagli).
Le Giornate FAI d’Autunno si svolgono nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” che il FAI organizza nel mese di ottobre e si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Sarà possibile inoltre sostenere la Fondazione con l’iscrizione annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutte le aperture e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali. Per l’elenco completo dei luoghi visitabili e le modalità di partecipazione consultare il sito www.giornatefai.it.
Con le Giornate FAI d’Autunno 2022 si avvia la collaborazione tra FAI e ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani nell’ambito di un Accordo recentemente firmato, volto a sviluppare e diffondere buone pratiche e a sensibilizzare i Comuni Italiani sulla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano.

Tra le aperture delle Giornate FAI d’Autunno 2022 in LAZIO:
ROMA
Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia
Apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 10 alle 18

Durante le Giornate d’Autunno 2022 si potranno scoprire le Corsie Sistine (sabato ingresso dedicato agli iscritti FAI; domenica per tutti), oggetto di un recente restauro ma ancora poco note ai cittadini, all’interno dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, le cui origini risalgono al 727 d.C. quando i Sassoni crearono la propria casa-ospizio e il re Ina istituì la Schola Saxonum quale centro di accoglienza per i connazionali che giungevano in pellegrinaggio a Roma presso la tomba dell’apostolo Pietro. Dopo l’incendio del 1471, Sisto IV della Rovere ebbe cura di far ristrutturare l’ospedale, grazie agli interventi di Baccio Pontelli e dello scultore Andrea Bregno, realizzando l’edificio delle Corsie Sistine. L’imponente struttura, lunga 120 metri e larga 13, è costituita da due lunghe gallerie, la corsia Lancisi e la Baglivi, simmetriche rispetto al tiburio ottagonale centrale, sotto al quale si trova il ciborio, unica opera romana attribuita ad Andrea Palladio, arricchito dalla pala d’altare dedicata a San Giobbe, opera di Carlo Maratta. Le corsie furono utilizzate come luoghi di degenza per gli ammalati e nel Seicento come lazzaretto; il loro uso ospedaliero cessò negli anni Ottanta del XX secolo. Sul lato esterno dell’edificio è ancora presente la testimonianza seicentesca della “ruota degli esposti”. L’interno è impreziosito da un ciclo di affreschi di scuola umbro-laziale, in ambito romano, secondo per estensione solo a quello della Cappella Sistina in Vaticano, il quale si sviluppa su una superficie di oltre 1200 metri quadrati e si snoda lungo l’intero perimetro superiore della struttura. Gli affreschi sono suddivisi in 69 riquadri inframezzati da 22 raffigurazioni di profeti e sibille. Ciascuna scena è corredata, in basso, da iscrizioni latine tratte da La Vita di Sisto IV dell’umanista Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, bibliotecario vaticano.
Sarà dedicato agli iscritti FAI e su prenotazione l’ingresso nel Palazzo del Commendatore, il quale fu costruito su progetto di Nanni di Baccio Bigio per volontà di Bernardino Cirillo, nominato capo dell’ospedale nel 1555, per ospitare il responsabile della struttura. La visita alla scoperta dell’edificio, incentrato su un cortile considerato una delle più eccelse architetture della Roma cinquecentesca, porterà al portico del piano superiore, affrescato e arricchito da stemmi e busti, e toccherà la settecentesca Biblioteca Lancisiana, appena riaperta dopo un lunghissimo e complesso restauro. Preziosissimi libri inseriti ancora nelle scaffalature originarie si affiancano ad altri oggetti di pregio, fra cui spiccano due pregiati globi, uno terrestre e l’altro celeste, del celebre geografo Vincenzo Coronelli. Il percorso si conclude con il vasto Salone del Commendatore, interamente affrescato con scene che ripercorrono la storia e le attività dell’ospedale.
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme
Apertura: sabato 15, dalle ore 10 alle 17; domenica 16 ottobre, dalle ore 13 alle 17

Le Giornate d’Autunno 2022 offriranno l’occasione di compiere un percorso inedito alla scoperta della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, alle pendici del Colle Esquilino. Essa fu costruita nel IV secolo d.C. per volere di Elena, madre di Costantino, per custodire le reliquie della passione di Cristo ritrovate miracolosamente sul Calvario e portate a Roma dall’anziana madre dell’imperatore dopo un viaggio in Terra Santa avvenuto nel 326 d.C. La basilica paleocristiana, edificata adattando le mura di un’antica villa di epoca severiana, venne trasformata da Costantino in un complesso polifunzionale noto come Palazzo Sessoriano. Nel corso degli anni la basilica ha subito vari rifacimenti architettonici: al rifacimento del XV secolo risale lo splendido affresco del catino absidale attribuito ad Antoniazzo Romano, in cui è raffigurato il ciclo con Storie della Vera Croce, mentre al secolo successivo risale il mosaico che decora la volta della Cappella di S. Elena, attribuibile a Baldassarre Peruzzi. Sotto il pontificato di Benedetto XIV (1740-1758) la basilica subì il rifacimento più consistente, ad opera degli architetti Domenico Gregorini e Pietro Passalacqua, conferendo a Santa Croce l’attuale aspetto in stile barocco. Accanto alla basilica, sorge il monastero, fondato da papa Benedetto VII (974-983) e ampliato nel XVI e nel XVII secolo. In occasione delle Giornate d’Autunno aprirà la Biblioteca Sessoriana, luogo solitamente inaccessibile al pubblico, opera dell’architetto Sebastiano Cipriani, con volta affrescata da Giovanni Paolo Panini; nella biblioteca, che custodisce numerosi manoscritti e libri a stampa provenienti dal monastero di Nonantola e da altri monasteri cistercensi, prende posto anche uno splendido monumento dedicato a papa Benedetto XIV, opera di Carlo Marchionni. A completare la struttura è l’orto-giardino del monastero, ricreato nel 2004 su progetto dell’architetto Paolo Pejrone, con erbe, alberi da frutto e varie specie botaniche che nascondono significati simbolici. Un luogo segreto e misterioso a cui attualmente si accede dalla piazza antistante la basilica attraverso il cancello d’ingresso Sipario, realizzato dal maestro dell’arte povera Jannis Kounellis nel 2007. Grazie al Fondo Edifici di Culto per aver concesso l’apertura della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
Complesso monumentale di San Cosimato
Apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 10 alle 18
Sabato ingresso dedicato agli iscritti FAI; domenica per tutti

Un documento del Regesto Farfense testimonia che il nobile romano Benedetto Campagna fondò, verso la metà del X secolo, un monastero dedicato ai santi Cosma e Damiano in mica aurea, perché costruito sulla sabbia presente sulle pendici del Gianicolo, dal colore dorato, più noto come San Cosimato, appellativo derivato dalla contrazione dei due nomi. Cosma e Damiano erano due fratelli medici (detti anargiri, ovvero senza denaro, perché curavano gratuitamente i poveri) che furono torturati e decapitati sotto Diocleziano nel 303 a Ciro, presso Antiochia. I lavori di costruzione del monastero terminarono nel 1069 e nello stesso anno papa Alessandro II consacrò la chiesa, come ricorda la lapide tuttora qui conservata. Nel 1229 papa Gregorio IX assegnò il monastero ai Benedettini Camaldolesi che vi rimasero fino al 1234, quando lo stesso pontefice decise di affidarlo a un gruppo di “poverelle” inviato da Santa Chiara, le “Recluse di San Damiano” o Clarisse. Nel 1246 le Clarisse operarono una prima ristrutturazione della chiesa e dell’edificio conventuale, anche grazie alle ricchezze messe a disposizione dalla famiglia della badessa Jacopa Cenci. Nonostante altri interventi di restauro nei due secoli successivi, l’intero complesso si trovava, nel 1475, in uno stato di totale fatiscenza e, per scongiurarne la definitiva rovina, intervenne papa Sisto IV, il quale fece riedificare la chiesa e parte del monastero. La fine del monastero come sede conventuale si ebbe il 12 agosto 1891, quando la badessa ricevette l’ordine di lasciare San Cosimato con un Atto di esproprio della Congregazione Religiosa e un successivo Atto di cessione e consegna del monastero al Comune di Roma per la trasformazione in ospizio. In seguito la struttura divenne ricovero per anziani malati e indigenti e nel 1925 entrò a far parte degli Istituti Riuniti di Assistenza e Beneficenza di Roma, finché negli anni ’60 iniziò la costruzione dell’ospedale specializzato in ortopedia e chirurgia ristrutturato dall’architetto Alegiani e dall’ingegnere Secchi e inaugurato nel marzo 1970 con il nome di Ospedale Nuovo Regina Margherita.
Sede Rai di via Asiago
Ingresso dedicato agli iscritti FAI – su prenotazione con numero di documento d’identità
Apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 9 alle 18

Solitamente chiuso perché sede operativa di Rai Radio, dove si producono ad esempio i programmi di Radiodue e Radiotre, durante le Giornate d’Autunno 2022 si svelerà lo storico Palazzo della Radio di via Asiago 10, progettato nel 1928 dall’architetto Costante Marchesi Cappai e terminato nel dicembre 1931. Le visite nelle sale e negli studi saranno un viaggio nella storia del nostro Paese attraverso la storia della radio italiana, che fu prima Uri, poi Eiar, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, quindi Rai Radio. Quasi un secolo di suoni e voci, tra i beniamini del passato e i talent della radio di oggi. Per finire con gli studi della visual radio e le grandissime sale A e B, oggi interamente digitalizzate, in grado di ospitare show radiofonici e televisivi
CIVITAVECCHIA (RM)
Forte Michelangelo
Apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 9 alle 17

Il Forte Michelangelo, edificato per volere di papa Giulio II all’inizio del Cinquecento, è una delle più importanti strutture architettoniche militari del litorale laziale e si trova in prossimità del Varco Fortezza, all’interno del Porto di Civitavecchia. Il forte è un rettangolo con i lati maggiori di 100 metri e quelli minori di 82 metri. Agli angoli sorgono quattro torrioni rotondi di 21 metri di diametro, mentre la fronte principale, che si rivolge verso il porto, è dotata di un “mastio” ottagonale di 12 metri per lato, con mura dallo spessore di 7 metri e l’altezza di 24 metri. Durante le Giornate d’Autunno 2022 si potrà ammirare l’architettura esterna delle componenti della fortezza; inoltre, si potranno visitare alcuni locali, generalmente non accessibili al pubblico, come la Chiesa dedicata a Santa Fermina, patrona della Città di Civitavecchia e in passato dell’Esercito Pontificio, con la cripta iuxta mare. In esclusiva, in quanto mai mostrati al pubblico, si vedranno oggetti in bronzo di epoca romana, rinvenuti nel 2003 durante scavi archeologici nel forte. Infine, sul piazzale, l’Associazione Radioamatori Italiani  (Sezione di Civitavecchia) riproporrà gli esperimenti di Guglielmo Marconi, che furono realizzati all’interno del forte e sulla nave Elettra, lungamente ormeggiata di fronte all’ingresso della fortezza, mentre l’Associazione locale Mare Nostrum allestirà una mostra delle stampe (datate dal 1495 al 1850) che forniscono una serie di vedute della città e del porto, realizzate da Arnaldo Massarelli attraverso il suo lavoro meticoloso presso biblioteche ed archivi.
TARQUINIA (VT)
La Bandita di Sebastian Matta
Apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 10 alle 16.30 – su prenotazione

Durante le Giornate d’Autunno, a 20 anni dalla morte di Sebastian Matta, la Bandita aprirà per la prima volta con il FAI per far conoscere parte degli spazi privati dell’artista che ospitano alcune delle sue opere, dal giardino al cortile del convento, fino alla cappella in cui Matta per anni ha lavorato e dove ora riposa. Situato nella campagna tarquiniese, nella bassa Maremma, il Ritiro della Bandita è un ex convento dei frati passionisti fondato da San Paolo della Croce nel 1750. Il convento passò poi al Comune e quindi, grazie a Luisa Laureati, amica e gallerista di Matta, venne acquistato nel 1968 dall’artista che, avendo vissuto a Roma negli anni Cinquanta, cercava un posto nei dintorni della capitale in cui creare un rifugio per vivere e lavorare. Il Ritiro della Bandita fu la casa di Sebastian Matta fino ai suoi ultimi anni di attività; oggi sede degli Archivi Matta, il complesso conserva sculture in bronzo, ceramiche, pastelli, tele, disegni e mobili e racconta l’immaginario fantastico e inimitabile di uno dei più carismatici, brillanti e visionari artisti del Novecento.
SORA (FR)

Le Giornate d’Autunno a Sora proporranno un percorso alla scoperta dei luoghi della fede cristiana (apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle ore 15 alle 18). Tra questi, la Chiesa e Abbazia di San Domenico, fondate tra il 1021 e il 1025 da Domenico da Foligno, predicatore e promulgatore di un modello monastico riformato già in Umbria e in Abruzzo, e custodi delle sacre spoglie del santo; la Chiesa di San Francesco, fondata agli inizi del Trecento, con gli affreschi dei secoli XIV e XV che rappresentano la Vergine con il Bambino, San Savino e San Bonaventura e l’affresco della Madonna della Misericordia sull’altare, attribuibile a Lattanzio da Rimini oppure ad Antonello da Messina o alla sua scuola; la Chiesa di Santa Restituita, patrona della città, eretta e successivamente ricostruita diverse volte a partire dall’alto Medioevo; la Chiesa San Giovanni Battista, voluta dall’abate Giovanni del vicino monastero benedettino di San Silvestro per sopperire alla mancanza di un luogo di culto necessario alla popolazione, stanziata fuori le mura dopo la distruzione federiciana del 1229. L’epigrafe latina incassata sopra l’ingresso alla sacrestia ricorda i lavori di trasformazione della chiesa nel 1731. Il 24 luglio 1901 il regista e attore Vittorio De Sica, nato il 7 luglio nella casa prospiciente la chiesa, fu battezzato qui. Ancora, la Chiesa di San Bartolomeo, costruita secondo la tradizione ove sorgeva la casa di Eufemia e di suo figlio Cirillo i quali, divenuti poi santi, per primi ospitarono Santa Restituta, venuta a evangelizzare la città. Questa casa divenne luogo di raduno dei primi cristiani sorani e in seguito chiesa dedicata all’apostolo Bartolomeo; sulla parete absidale è esposto un crocifisso ligneo commissionato nel 1564 dal cardinale Cesare Baronio allo scultore Tiberio Calcagni appartenente alla scuola di Michelangelo.
Sarà visitabile, inoltre, la Cattedrale di Santa Maria, edificata riutilizzando un tempio tuscanico costruito tra la fine del II e il I secolo a.C. Più volte danneggiata e ricostruita o restaurata, le trasformazioni più significative sono quelle di inizio Seicento, quando l’edificio rinacque grazie al vescovo Girolamo Giovannelli, che fece costruire la sacrestia e gli armadi per conservare i paramenti e dotò la chiesa di un organo e di nuovi altari, fra cui quello con le reliquie del martire San Giuliano, compatrono di Sora; del Settecento, quando venne aperto il portale laterale e fu aggiunto il Coro d’Inverno, il Battistero e la cappella del Purgatorio; nel Novecento, quando la chiesa venne ristrutturata in stile neogotico. La cattedrale è stata arricchita nei secoli da croci, cartagloria, messali, pastorali, reliquiari, dal trittico di Christian Mayer Ross (1898) e da arredi e presepi del ‘700 napoletano (apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 15 alle 17.30 – su prenotazione).
FONDI (LT)
Apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 17.30

Nell’angolo nord-orientale del centro storico di Fondi sorge il quartiere ebraico, la Giudea, la cui conformazione è perfettamente in linea con i precetti della Mishnah. Il quartiere ebraico di Fondi non fu mai inglobato nel restante assetto urbano e fu escluso dall’invasione di strutture cristiane. La prima presenza ebraica a Fondi risale al IV-V secolo: gli ebrei furono parte attiva della comunità in qualità di tintori, fabbricanti di stoffe e tessuti, mercanti, prestatori di denaro e macellai. A partire dal 1541, durante il regno di Carlo V, gli ebrei di Fondi si dispersero e si trasferirono nei territori limitrofi. Ma lo spopolamento definitivo del quartiere ebraico è databile al 1633, quando a Fondi scoppiò un’epidemia di malaria che decimò l’intera popolazione. Per approfondire la conoscenza della Giudea si potrà visitare il Museo Ebraico, creato laddove probabilmente si trovava l’antica sinagoga. Nel complesso museale si distinguono cinque sale disposte su due piani: la prima è dedicata alla storia del popolo ebraico, la seconda ripercorre la presenza ebraica a Fondi nel Medioevo. La terza riproduce l’ambiente di una sinagoga medievale, la quarta e la quinta sono dedicate a specifiche attività (tessitura, tintura e finanza).
SEZZE (LT)
Palazzo Tirletti
Apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 17.30

Palazzo Tirletti, aperto eccezionalmente per le Giornate d’Autunno 2022 perché proprietà privata, si trova nel centro storico di Sezze, città di origine latina sorta sullo sperone del monte Trevi affacciato sulla pianura pontina. Risalente al XVI secolo, l’edificio ha subito diversi rifacimenti, tuttavia conserva elementi interessanti, quali dei soffitti a cassettoni in legno, una scala interna parzialmente affrescata che dal portico conduce ai piani superiori e, soprattutto, un affresco del Turchi, artista setino del XIX secolo, raffigurante un’Allegoria delle Stagioni. La superficie su cui è stato realizzato il lavoro è appena voltata e vede quattro puttini, raccolti da una cornice chiara con sfondo scuro, dove un arco a tutto sesto poggia su una mensola. I quattro putti recano in mano i prodotti della terra a simboleggiare le rispettive stagioni. Le figure in assetto dinamico hanno pose differenti tra loro e tutte sporgono con una porzione più o meno rilevante del corpo dalla cornice e dalla mensola entrambe dipinte.
A Sezze si potrà visitare anche Palazzo Boffi, di impronta seicentesca, che conserva una piccola corte interna e un annesso locale di servizio, il quale probabilmente ospitava una stalla posta al piano terra. Il piano nobile, quello più alto e meglio rifinito, era destinato a ospitare l’appartamento del proprietario.  Ancora oggi nel palazzo è possibile ammirare le interessanti tracce del passaggio della notabile famiglia Boffi: il soffitto del salotto appare interamente decorato  da affreschi ottocenteschi in buono stato di conservazione, caratterizzati da festoni e da elementi decorativi a tema floreale con scene di paesaggio (apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 17.30).
GRECCIO (RI)
Apertura: sabato 15, dalle ore 14 alle 17.30; domenica 16 ottobre, dalle ore 10 alle 17.30

Greccio, uno dei borghi più belli d’Italia, si trova sui monti Sabini, a 700 metri sul livello del mare. Si affaccia sulla piana reatina ed ha difronte il magnifico panorama dei Monti reatini con il Terminillo. Leggenda vuole che un gruppo proveniente dalla Grecia vi si insediò nell’antichità – da cui forse il nome Greccio – ma i primi dati storici risalgono all’epoca medievale, quando il borgo faceva parte dei possedimenti della potente Abazia di Farfa. Gli episodi più importanti del passato di questo paese sono legati al soggiorno di San Francesco negli anni ‘20 del Duecento, quando fondò il convento e rievocò la Natività di Gesù. La visita partirà dalla scenografica piazza Roma, dalla quale si raggiungerà con una bella scalinata la Chiesa di San Michele Arcangelo, costituita da una navata centrale con cappelle laterali e bei dipinti seicenteschi. Ammirando la torre campanaria, residuo della torre di guardia del castello medievale, si proseguirà sul sentiero degli artisti che si snoda tra i vicoli del borgo per vedere i 45 murales ispirati alla Natività che si susseguono sulle facciate delle vecchie case del paese e, infine, si raggiungerà il Museo Internazionale del Presepe, che contiene opere presepiali provenienti da varie nazioni e una statua di San Francesco alta 5 metri.
A due chilometri dal borgo si trova il Santuario di Greccio, caratterizzato da un’architettura molto essenziale, anch’esso visitabile durante le Giornate d’Autunno 2022. Un’occasione importante, alla vigilia dell’anniversario degli 800 anni dalla nascita della tradizione del Presepe. Nel 1223, infatti, San Francesco si trovava a Greccio e qui, grazie all’aiuto del signore del luogo Giovanni Velita, volle rievocare la nascita di Gesù durante la Messa di Natale. Fu allestita la grotta – ove ora si trova il santuario, detto infatti la Betlemme francescana – con la mangiatoia e il fieno, un bue e un asinello. La sera del 25 dicembre giunsero a Greccio molte persone, frati e uomini e donne della zona: gli stessi fedeli erano parte integrante del presepe e durante la Messa uno dei presenti vide giacere nella mangiatoia Gesù Bambino stesso. Il percorso, che si dovrà svolgere nel rispetto del silenzio, toccherà la grotta in cui avvenne la prima rievocazione della natività di Gesù; si passerà attraverso il refettorio dei primi frati seguaci del Santo e nel dormitorio, per giungere alla cella di San Francesco, dove riposava con il capo sulla nuda pietra. Si vedrà poi la piccola cantina dei frati, il pulpito di San Bernardino da Siena e l’ossario per salire al piano superiore ed ammirare il conventino di San Bonaventura di Bagnoreggio, tutto in legno ed usato ininterrottamente per sette secoli. Le ultime tappe saranno nel coro ligneo del XVII secolo con il leggio centrale e la grande lampada ad olio per le preghiere serali e la chiesa superiore con un bel dipinto di scuola umbra. Uscendo sul piazzale sarà possibile visitare la chiesa moderna, realizzata nel 1959, e il Museo del Presepe realizzato con donazioni di statuine provenienti da varie parti del mondo.
TORRI IN SABINA (RI)
Rocchette
Apertura: sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle ore 10 alle 13.30 e dalle ore 14.30 alle 17 – su prenotazione

Rocchette e Rocchettine, i “borghi verticali”, si trovano nel punto più stretto della valle che da Cottanello porta a Montebuono. Dall’alto degli speroni di calcare su cui sorgono dominano il torrente Aia e la strada che anticamente correva accanto al corso d’acqua. Situati nella parte settentrionale della Sabina tiberina, a due passi dalla Cattedrale di Vescovio da un lato, e dall’altro dall’Umbria, nel Medioevo Rocchette e Rocchettine, proprietà prima di Farfa e poi della Santa Sede, furono contese tra gli Orsini e i Savelli. Nel primo Quattrocento, passate sotto la città di Terni, questa ne fece distruggere le mura. Tornate nel Seicento sotto la Camera Apostolica, nel 1875 vennero annesse al comune di Torri in Sabina. Rocchette è la patria del pittore seicentesco Girolamo Troppa. Rocchettine è stata abbandonata negli anni Cinquanta del secolo scorso. Cuore della visita sarà la chiesa del SS. Salvatore a Rocchette, un gioello barocco inaspettato e normalmente chiuso, situata nella parte più alta del paese, dove si arriverà salendo lentamente le stradine a scale del borgo. Ricostruita all’inizio del XVIII secolo dall’architetto Michele Valsangiacomo Chiesa e da Girolamo Troppa, contiene tele e affreschi dello stesso pittore. A Rocchettine, dominata dai resti imponenti del castello, il percorso verterà sulla Chiesa di San Lorenzo, aggrappata ai ruderi del borgo ormai disabitato.
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