Incredibilmente conservata con il suo uovo, emersa dopo più di 2mila anni – Libero Tecnologia

wp header logo 167

Uno dei luoghi più affascinanti per gli archeologi e gli scienziati di tutto il mondo è in Italia, ed è visitato da migliaia di turisti e di esperti tutto l’anno. Non è facile, infatti, trovare siti in cui i reperti si siano conservati con questo livello di precisione, letteralmente incastonati nella roccia. Ogni anno c’è una scoperta nuova, che lascia basiti o sconcertati gli scienziati: stiamo parlando, ovviamente, di Pompei.
Gli esperti che stavano lavorando nel sito archeologico in provincia di Napoli hanno scoperto i resti di una tartaruga incinta, che aveva scelto come dimora le rovine di una casa che era stata distrutta nel 62 d.C. da un terremoto.
A posteriori quella della mamma tartaruga non è stata una saggia decisione, perché quando il Vesuvio ha eruttato, nel 79 d.C., lei è stata ricoperta da cenere e rocce vulcaniche, morendo insieme al suo uovo.
Il fossile – perché di questo si tratta, un fossile in condizioni perfette, come spesso succede a Pompei – è di una tartaruga lunga 14 centimetri, con il singolo uovo che doveva ancora deporre. È stato ritrovato durante gli scavi in un’area dell’antica città che, dopo essere stata rasa al suolo dal terremoto del 62, era stata riconvertita perché vi venissero costruiti dei nuovi bagni pubblici. Non è facile trovare resti di antichi animali in condizioni perfette, ma quando succede di solito sono pieni di sorprese.
La tartaruga appartiene alla specie di Hermann, o più semplicemente è una tartaruga di terra, molto comune in tutto il mondo e nel sud dell’Europa. Gli archeologi sospettano che questo specifico esemplare si fosse rifugiato tra le macerie di una casa troppo danneggiata dal terremoto del 62 per essere ricostruita.
E deve averlo fatto poco prima dell’eruzione che ha distrutto la cittadina ai piedi del Vesuvio: secondo il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, il fatto che la tartaruga avesse ancora il suo uovo suggerisce che sia morta prima di trovare un luogo sicuro e ospitale per deporlo.
Non si tratta della prima tartaruga che è stata ritrovata negli scavi di Pompei, e questo particolare rinvenimento aiuta gli archeologi in due diversi modi: Zuchtriegel ha spiegato che un importante obiettivo degli scavi e delle ricerche in corso riguarda i materiali organici e agricoli rinvenuti al di fuori del centro urbano di Pompei – e questa tartaruga aggiunge un tassello al mosaico complicato della relazione culturale e agricola che la città aveva con le sue campagne.
Inoltre aiuta i ricercatori e gli esperti a colmare un periodo ancora povero di informazioni: quello che va dal terremoto del 62 d.C. alla grande eruzione del Vesuvio di diciassette anni dopo, nel 79 d.C. Un lasso di tempo in cui molte case erano state ricostruite, ma l’intera città era un cantiere, ed evidentemente alcuni spazi erano così inutilizzati che gli animali selvatici potevano vagare, entrare e cercare un luogo sicuro per deporre le loro uova.
In realtà sembra che sappiamo molto poco anche dell’eruzione e dei momenti successivi: una nuova scoperta ha infatti rivoluzionato una delle certezze che avevamo sulla distruzione di Pompei.
Spettacoli, zucche e dolcetti allo zoo
© Italiaonline S.p.A. 2022Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963

source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *